AVATAR, qual’ è la prossima frontiera ?

Pubblicato da Marziana il 7 febbraio 2010

Onore a Cameron e al suo Staff, il film è strepitoso: fantasia, tecnica, conoscenza, contenuto, messaggio, una forza comunicativa straordinaria. Non intendo addentrarmi oltre in questo direzione.
Spero di non turbare puristi e benpensanti affermando che il film sta alla cinematografia come la Cappella degli Scrovegni sta alla pittura.

Il 3d ci fa fare una esperienza diversa dal 2d, l’illusione di essere ‘dentro’.

Mi sono invece chiesta quale sarà la prossima frontiera? se l’obiettivo è quello di ‘portarci dentro’ non potrà che essere l’olfatto seguito dal tatto, il primo forse più ‘facilmente’ perseguibile del secondo?
Già all’inizio degli anni ’60 Morton Heilig mise a punto, con tecnologia analogica in quanto il digitale era di la da venire, il Sensorama Simulator, ovvero uno strumento per vedere da dentro, odorare, toccare.

Egli descrisse così la sua invenzione:

“La presente invenzione, nelle sue caratteristiche generali, è imparentata con gli apparati di simulazione e, più specificamente, con gli apparati atti a stimolare i sensi dell’individuo al fine di simulare un’esperienza effettiva in maniera realistica.Attualmente, assistiamo ad una crescente domanda di metodi e di mezzi per insegnare ed addestrare gli individui senza esporli realmente ai rischi delle specifiche simulazioni….L’industria, d’altra parte, a causa dell’attuale rapido sviluppo della macchine automatiche, si trova ad affrontare un problema analogo…

Tale problema si è presentato anche in ambito educativo a causa di fattori quali la crescente complessità della materia insegnata ed un numero crescente di studenti cui fa riscontro una quantità inadeguata di insegnanti. Tale situazione ha provocato una domanda crescente per dispositivi di insegnamento che alleggeriscano, quando non sostituiscano, l’onere che grava sull’insegnante.

L’obiettivo della presente invenzione, quindi, è fornire un apparato che permetta di simulare un’esperienza specifica stimolando sensazioni in una pluralità di modalità sensoriali.
Un altro obiettivo dell’invenzione è fornire un apparato che permetta di simulare un’esperienza reale e predeterminata nei confronti dei sensi dell’individuo.Un ulteriore obiettivo dell’invenzione è creare un apparato che permetta ad una o più persone di sperimentare una situazione simulata.
Un altro obiettivo dell’invenzione è fornire un apparato, nuovo e raffinato, che renda realistica una situazione simulata.
Morton Heilig
Sensorama Simulator,
1962”

Di quante lunghezze ci precedesse Heilig è del tutto evidente, nel frattempo enormi progressi sono stati compiuti in campo psicologico, educativo, elettronico, fisico e informatico con particolare riferimento alla investigazione della realtà virtuale. La strumentazione è passata dall’analogico al digitale.
Senza questi progressi AVATAR non avrebbe potuto essere realizzato, però AVATAR non è che un film….oppure dobbiamo iniziare a pensare che forse questa definizione non è più adeguata ? e ne dobbiamo inventare una nuova maggiormente pertinente?
Alla luce dei già citati progressi, le parole di Heilig relative al suo strumento assumono un altro e maggiore spessore, quanto consapevolezza abbiamo di questa nuova frontiera ? ma sopratutto qual’è la frontiera ?

Tempo fa a conclusione di una ricerca, il cui testo integrale è leggibile sul mio sito, scrissi:
“Andrebbe innanzitutto chiarito il significato di Virtuale e di Virtualità: spazio virtuale, mezzo virtuale ma non necessariamente finzione, solo un diverso modo di gestire l’informazione”.

E’ un dato certo sul quale tutti convergono, che noi veniamo modificati dall’esperienza.

Marziana

Incollo di seguito alcuni link che ho trovato, tutti in inglese, non ho trovato nulla di interessante in lingua italiana
http://www.mortonheilig.com/
http://en.wikipedia.org/wiki/Morton_Heilig
http://www.telepresence.org/

3 pensieri riguardo “AVATAR, qual’ è la prossima frontiera ?”

  1. Marziana ha detto…
    Significato della parola AVATAR in

    Religione:
    Presso la religione Induista, un avatar o avatara è l’assunzione di un corpo fisico da parte di Dio o di uno dei Suoi aspetti. Questa parola deriva dalla lingua sanscrita e significa “disceso”; nella tradizione religiosa induista consiste nella deliberata incarnazione di un Deva, o del Signore stesso, in un corpo fisico al fine di svolgere determinati compiti. Questo termine viene usato principalmente per definire le diverse incarnazioni di Vishnu, tra cui si possono annoverare Krishna e Rama.

    Gli adoratori di Vishnu quale divinità suprema, i vaishnava, credono che Dio si incarni ogni qualvolta avviene un declino dell’etica e della giustizia, unitamente all’insorgere delle forze demoniache che operano in senso opposto al dharma, la legge cosmica. A tal proposito, è famosa la frase pronunciata dal Signore Krishna, ottavo avatar di Vishnu, nel suo discorso ad Arjuna durante la battaglia di Kurukshetra:

    « Per la protezione dei giusti, per la distruzione dei malvagi e per ristabilire i princìpi della Giustizia Divina, Io mi incarno di era in era »
    (Bhagavad Gita, IV, 8)

    Internet / Realtà Virtuale:

    L’avatar è un’immagine scelta per rappresentare la propria utenza in comunità virtuali, luoghi di aggregazione, discussione, o di gioco on-line.

    La parola, che è in lingua sanscrita, è originaria della tradizione induista, nella quale ha il significato di incarnazione, di assunzione di un corpo fisico da parte di un dio (Avatar: “Colui che discende”): per traslazione metaforica, nel gergo di internet si intende che una persona reale che scelga di mostrarsi agli altri, lo faccia attraverso una propria rappresentazione, un’incarnazione: un avatar appunto.

    Tale immagine, che può variare per tema e per grandezza (di solito stabilite preventivamente dai regolamenti delle comunità virtuali), può raffigurare un personaggio di fantasia (ad es. un cartone animato, un fumetto), della realtà (ad es. il proprio cantante o attore preferito, o anche la propria immagine), o anche temi più vari, come vignette comiche, testi, ed altro.

    Il luogo di maggiore utilizzo degli avatar sono i forum, i programmi di instant messaging, e i giochi di ruolo on-line dove è d’uso crearsi un alter ego. Alcuni siti invitano a dotarsi di un avatar ispirato a un certo tema per renderne uniforme l’utilizzo in modo da migliorare il senso di appartenenza alla comunità virtuale. Per esempio il sito del Villaggio di Ofelon richiede un avatar di ispirazione medievale che, unitamente a un nickname in tema, tende a creare un’ambientazione di cavalieri del medio evo.

    8 febbraio 2010 17:35

  2. Daniela ha detto…
    Ma alla fine di che cosa parla AVATAR?
    E’ in fondo solo una grande dichiarazione d’amore al cinema, come tutti i film che ne hanno segnato la storia!
    Come racconto una storia? Attraverso un alter ego. Cioè il cinema è il mio avatar, è il mondo dove posso raccontare una storia e dove posso essere qualcun altro, entrare in un altro corpo e vivere un’altra vita, proprio come i protagonisti della storia, proprio come gli attori che sono stati “digitalizzati” per recitare all’interno della storia, e proprio come gli spettatori che non osservano più dal di fuori ma, grazie al 3D, realizzano il sogno: entrare nel mondo rappresentato non solo per guardarlo ma per vivere la storia accanto ai suoi protagonisti.
    Tutto è connesso in un equilibrio delicato, non solo su Pandora, ma anche nel circolo virtuoso di comunicazione che questa storia rappresenta. Nel mondo rappresentato ogni vita, ogni essere, ogni cosa è in relazione con il tutto e con l’altro, tanto che ogni vita ceduta è una vita che nasce e viceversa se nasce qualcuno vuol dire che da qualche altra parte una vita è ritornata alla sua origine.
    Così gli attori per diventare questi personaggi non solo ne vestono i panni (cioè si travestono) ma devono cedere il loro corpo, smaterializzarsi per essere definitivamente qualcosa d’altro e quindi non più un personaggio, ma un altro corpo immateriale che vive in una di vita propria in un mondo ricreato.
    E io che guardo che posto occupo? Il mio corpo si annulla, cammino nella foresta e volo sulle ali di fantastici uccelli perdendomi nel tutto del mondo ricreato, esco da me stesso e la sala buia diventa il luogo dove posso per quasi 3 ore sospendere la mia vita ed trasferirmi su Pandora.
    Ed ecco dove il cerchio si chiude: non sto più solo raccontando (l’autore), non sto più solo guardando (lo spettatore) ma sono la storia che si snoda su un pianeta anni luce dalla Terra.

    18 febbraio 2010 19:44

  3. Marziana ha detto…
    Le considerazioni espresse nel tuo post sono di una profondità commovente.
    Non più solo storia ‘guardata’ ma ‘vissuta’ e quindi esperienza.

    Gli esseri umani cambiano e si modificano con l’esperienza.

    Il cinema 3d pare essere lo strumento, che ci fa vivere nel contesto attuale, la catarsi dell’antico Teatro greco o che ad essa in qualche modo ci avvicina.

    http://it.wikipedia.org/wiki/Teatro_greco

    19 febbraio 2010 13:31

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