Al palazzo Reale di Milano è stata inaugurata il 2 marzo scorso la mostra : Le Signore dell’arte, link al sito, che rimarrà in calendario fino al 25 luglio 2021, e spero ardentemente di poterla andare a vedere dal vero, spero che il covid molli la presa sulle nostre vite.
Quando ho saputo della mostra, mi è tornata alla mente una mail che scrissi circa un anno fa ad una cara amica, che pubblico in forma integrale, poichè non contiene nulla di personale ma solo riflessioni intorno all’arte e le donne.
” Carissima,
buona giornata, eccomi qui, provo a mandare avanti, in attesa di poterci incontrare, il nostro personale dialogo.
Ti incollo il link di questo interessante documentario di Rai5 che ho trovato anche sul canale di youtube .
https://youtu.be/Py4Jo-xlkS8?list=PLgX9zpEGJeBDv1obEEZbbVboVmdEb3EG7
Ho incontrato Sofonisba Anguisola (al museo civico di Cremona, Ala Ponzone ci sono un paio di suoi quadri) , grazie ad un libro regalatomi da una mia corsista, all’inizio degli anni 2000, antiquaria di mestiere, che mi sapeva pittrice per passione, una biografia in forma narrativa, bellissimo; dopo di che ho avviato una mia personale ricerca sulle donne della pittura. Ne ho trovate alcune nel passato, se escludiamo le famose del ‘900, ma questo documentario di Rai5 è notevole.
E’ vero che con il ‘900 le donne hanno trovato spazio nell’arte in generale, ma continua ad essere ancora vero che per arrivare devono essere superlative (per fare un paragone , come un immigrato che dopo avere ottenuto la cittadinanza italiana volesse cimentarsi in politica e arrivare in parlamento).
Penso che si dovrebbe attivare una petizione affinchè tutte queste donne, dimenticate della pittura, vengano inserite a pieno titolo nella storia dell’arte, ma al tempo del coronavirus temo che una tale petizione raccoglierebbe ben poche firme.
Ma (lo so non si inizia una frase con il ma, ma non importa) c’è un tabu che continua a permanere, un tabu talmente grande che si impone alto e spesso come un monolite. Se una donna vuole imporsi nelle arti visive (escluso forse il cinema) , DEVE adeguarsi ai canoni e ai materiali ‘maschili’ forti, virili e pieni di testosterone, come pietra, ferro, legno, qualsiasi materiale rimandi forza, spessore, uso di strumenti virili, spesso difficili da usarsi per una donna che ha una struttura fisica diversa da quella degli uomini.
(la Ghitti ad esempio doveva farsi aiutare da un maschio virile per realizzare le sue opere, ho avuto il bene di incontrarla quando lavoravo nella logistica e dovetti inviare alcune opere in Germania per una sua esposizione, http://www.fondazionearchiviofrancaghitti.com/( mi fece anche un regalo che ancora conservo, un piccolo vaso in giada, un po’ ammaccato ora a causa delle molte cadute per pulizia polvere; mi regalo’ anche due piccoli prototipi uno in legno dell’opera poi da lei realizzata : il libro, e uno in ferro e legno: l’albero)
Il mondo dell’arte in generale e della pittura in particolare, è un mondo, se possibile, ancora più maschilista della chiesa, e con questo credo di avere ben reso l’idea; ma non lo è soltanto nella sua produzione artistica, lo è anche nella critica e nello studio artistico, chi frequenta l’accademia viene formato all’arte, certo, ma ad un’ arte con una forte connotazione maschile.
Tutt’ al più le donne vengono annoverate in quelle che si definiscono ‘arti minori’ ed a questa definizione io non ci sto più , ci stiamo perdendo un patrimonio artistico formidabile, senza che si faccia nulla, o molto poco. Anni fa avevo partorito l’idea che si potesse allestire un museo virtuale di tutto questo, e soprattutto delle tecniche che ci stiamo perdendo, perchè quando saranno morte le donne più anziane, depositarie di questa sapienza, tutto questo si perderà, le giovani donne non hanno saputo raccogliere questo sapere, impegnate a cercare la parità, spesso pensando che la parità sia essere il più possibile simili agli uomini, ERRORE, ERRORE gravissimo errore.
Quando tempo fa, mi pare dopo l’ultima volta che ci siamo viste, mi hai chiesto se non avessi mai valutato di far vedere le mie opere ad un critico d’arte, mi hai parlato di una tua conoscente, mi sono chiesta, ma se presentassi le mie opere a Sgarbi, cosa ne penserebbe, mi sono subito risposta, è stato facile, ci sputerebbe sopra, perchè ? ti stai chiedendo ?
Perchè uso ed ho usato materiali altri, come stoffe, broccati, velluti, pizzi, perline , merletti e passamanerie, vetrini, piccoli quadrati a forma di specchi, corteccia degli alberi, lustrini, ombretti, ho usato moltissimi materiali altri e diversi, nel quadro : Pinocchio, i due abitini sono veri, cuciti a mano , piatti, solo il davanti e incollati sulla tavola di legno, ma ho anche inventato nuove forme dell’oggetto quadro, che in questo modo non è più un quadro, il quadro non è un quadro, troppo alternativo e troppo innovativo se fatto da una donna, autodidatta e con una formazione che non nasce nell’accademia, chance ? tendenti a zero.
Non conosco la tua amica critica d’arte, certamente una brava persona, se tu la frequenti e la stimi, ma viene da questo mondo e da questa formazione, quindi il suo punto di vista non sarebbe, penso, molto diverso da quello di Sgarbi e ho una età e una esperienza di vita tale per cui l’umiliazione non è più contemplata, sebbene servita con educazione e rispetto.
Devo anche ammettere che qualche feedback positivo l’ho avuto dal Giornale di Brescia ( fece una critica davvero positiva, mostra personale del 2009) e da Madre cattolica (incredibile, la mia opera “Porta di Damasco” venne ritenuta una delle 4 migliori per quella mostra collettiva (mi venne riferito che fu l’opera preferita) e pubblicata sul giornale) ma come si dice una rondine non fa primavera.”
L’altra metà dell’arte prima parte:
https://www.youtube.com/watch?v=kMnAF3YTkVM
L’altra metà dell’arte seconda parte:
https://www.youtube.com/watch?v=3koGe7i8hM4
L’altra metà dell’arte terza parte:
https://www.youtube.com/watch?v=JbIXZOxd4MY