Ripercussioni delle Intelligenze Artificiali Generative sul mondo del libro

Prima Parte : Scrittori e lettori

Sin dall’inizio del 2023, al tempo della pubblicazione dell’ebook “Come scrivere un ebook con ChatGPT, spiegato da ChatGPT“ era evidente che ci sarebbe stato un problema riguardo ai libri che si potevano generare senza scrivere. L’IA generativa è uno strumento, come il correttore automatico di scrittura, certamente più complesso, ma pur sempre uno strumento che può essere usato sia per rivisitare il testo già scritto, ma anche per crearne uno interamente nuovo.

Diversamente da quanto afferma la definizione di ‘Intelligenza Artificiale’ si tratta di un algoritmo addestrato attraverso un’enorme mole di dati, con una fenomenale capacità di memoria e altrettanta velocità di calcolo. Per usare un’espressione poco elegante, ma anche meno pomposa, un super secchione che ha imparato a memoria tutti i libri disponibili in rete. Uno strumento ghiotto per chi vuole pubblicare libri senza saper scrivere.

Il caso Schickler (fonte Reuters)

Schickler nella vita fa il venditore a New York, quando entra in contatto con ChatGpt capisce che può usarlo per realizzare uno dei sogni della sua vita: scrivere un libro.

Attraverso poche semplici istruzioni a ChatGpt, in mezza giornata, Schickler crea un ebook illustrato per bambini, trenta pagine, e lo autopubblica su Amazon Kindle Direct Publishing, dove si trova molto altro di generato e non scritto. Dai romance alle guide di viaggio, dai libri per l’infanzia ai manuali, tra i quali uno su come raccogliere i funghi e come usarli a fini psichedelici. Immagini, testo e informazioni interamente generati dalla IA e tutti rigorosamente falsi. La diffusione di questo tipo di libri può avere anche conseguenze pericolose. A New York, un’associazione di micologi ha segnalato la presenza di guide per la raccolta di funghi generate dalle intelligenze artificiali, che contengono informazioni insensate e potenzialmente letali.

Già a febbraio 2023 Amazon aveva in vendita centinaia di ebook scritti da o tramite Chat-GPT, ma il dato si basa solo su chi ha dichiarato di usarlo. (Fonte: Reuters)

Nello stesso anno quasi uno scrittore statunitense su quattro ha usato l’IA per il proprio lavoro, mentre il 69% degli scrittori statunitensi è convinto che l’IA sia una minaccia per il proprio lavoro (fonte statistica).

Tra i lettori, solo il 2% dei Baby Boomers considera positivo l’uso dell’IA nella scrittura dei libri, contro il 12% della Generazione Z e il 17% dei Millennials.

Ill 29% dei consumatori e il 38% delle consumatrici dichiara di non avere interesse a leggere libri scritti dalla IA generativa (fonte statistica).

l’IA generativa è uno strumento potentissimo nelle mani delle piattaforme e di chi lo utilizza, potenzialmente tutti. Si apre un ventaglio di possibilità, ma anche di problemi, a cui ad oggi non mi risulta sia stato messo mano, lasciando alla discrezione del singolo e al mercato l’utilizzo di questa nuova e impattante tecnologia.

Ho effettuato una ricerca in rete, sul sito ACN.gov.it (Agenzia per la cybersicurezza nazionale) ho trovato le linee guida per l’implementazione dei sistemi, che riflettono quanto disposto dalla Unione Europea con l’AI-ACT, ma non le linee guida per un uso responsabile. Nei diversi ambiti, dalle banche agli studi legali, alle scuole, per citarne alcuni, ognuno ha emanato le proprie. Mi verrebbe da dire, molto fai da te, ma non voglio essere irrispettosa. Forse, invece, servirebbero linee guida e criteri generali, come fatto per l’implementazione dei sistemi, da cui declinare quelli specifici. Le implicazioni in gioco sono sia economiche che professionali e di conseguenza sociali, ma ad ora non mi pare che nessuno ci abbia ancora messo mano.

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