IA GENERATIVA E QUALITA’ DELLA SCRITTURA

E’ un dato assodato: l’IA generativa è entrata nella scrittura per rimanerci, a meno di un ritorno al passato del genere umano causato da guerre, calamità o crash di varia e diversa natura, continuerà a rimanerci e probabilmente amplierà il suo raggio d’azione, mettiamoci il cuore in pace!

La domanda che ora in molti si pongono è: migliorerà o peggiorerà la qualità della scrittura? Come spesso accade in questo tempo sospeso tra virtuale e reale, o in quello del bianco o del nero dei social, abbiamo due fazioni contrapposte: i sostenitori e i detrattori della IA generativa.

Da anni sono presenti online una moltitudine di siti e pagine social che offrono tutorial dove, in tempi variabili in base all’accuratezza della proposta, si spiega come scrivere un libro con ChatGPT, quali domande porre e cosa digitare per portare avanti la conversazione col sistema. Nel post del 10 settembre 2024 ho citato il caso Schickler, un esempio tra tutti, da cui si comprende facilmente che chiunque abbia un computer, una connessone e il tempo per farlo, potrebbe generare 300 libri del genere ogni anno, una vera e propria inflazione.

Questo fenomeno potrebbe causare alcuni problemi: gli scrittori si vedrebbero a poco a poco portare via il lavoro dalle IA; i lettori potrebbero non rendersi conto di aver acquistato un libro scritto da un macchina e forse il rischio più grave è che si arrivi a quella che possiamo definire: ‘mediocrità accettabile’.

Ciò significa che la qualità del prodotto si abbassa, chi scrive e chi legge si abitua a libri di qualità mediamente inferiore ma più facili da realizzare e più economici da acquistare.

Se integrata negli strumenti di scrittura, l’IA può fornire un feedback in tempo reale sulla grammatica del testo, suggerendo le correzioni da apportare, e consigliare uno stile diverso in base al contenuto.

Gli assistenti intelligenti possono aiutare a superare il blocco dello scrittore suggerendo input diversi in base a un’idea che non si riesce a sviluppare. L’IA può fornire input per una nuova storia o definire i punti rilevanti della trama, evidenziando i più interessanti. In modo analogo può aiutare con la struttura per definire sia i capitoli che il loro contenuto; dare profondità ai personaggi.

Ciò che si dovrebbe comprendere è che l’IA è un mezzo, uno strumento il cui processo va governato dagli esseri umani e non viceversa, farsi pilotare dalle IA. Corro il rischio di sembrare banale: lo strumento è neutro, è l’uso che fa la differenza. Saranno ancora una volta gli uomini a decidere la direzione di marcia. Rimane ancora una domanda aperta: l’Intelligenza Artificiale è capace di scrivere delle storie, quindi di inventare? E’ creativa? Cercare la risposta sarà l’oggetto di un prossimo post sull’argomento.

Il nastro di Moebius – Maurits Cornelis Escher

Marziana Monfardini

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *