Concludevo il post del 31 gennaio scorso con queste domande:
L’intelligenza Artificiale è capace di scrivere storie ? E’ creativa?
Nel primo post sull’argomento, il 25 giugno 2024, scrivevo come Open AI ha raccolto i dati con cui ha istruito i suoi modelli linguistici (LLM) e questa è un’informazione che ci aiuta nella risposta che potrebbe essere: dipende.
Se si intende la scrittura come un algoritmo, un insieme di regole e schemi da seguire per “impartire informazioni sotto forma di parole” allora la risposta è si. Metodi di stesura come: “Il Viaggio dell’eroe di Campbell”, “La piramide di Freytag”, “Il metodo del fiocco di neve”, si possono a tutti gli effetti considerare degli algoritmi e quindi riproducibili artificialmente. I dati raccolti e conservati nei sistemi di AI forniscono il materiale da elaborare. Le macchine potranno quindi prendere il posto di editor e scrittori, come già ipotizzato nel post di gennaio.
Secondo ricercatori, sperimentatori e addetti ai lavori la creatività è solitamente valutata attraverso due dimensioni: la novità – che valuta la misura in cui un’idea si discosta dallo status quo o dalle aspettative – e l’utilità – che riflette la praticità e la rilevanza di un’idea per il pubblico.
Un interessante esperimento è stato pubblicato dalla “Electronic Book Review” per provare a dimostrare se i modelli linguistici di grandi dimensioni siano in grado di produrre qualcosa di originale nello stile dei cut-up di Burroughs.
Riporto le conclusioni dell’esperimento condotto: “Nel complesso, i nostri esperimenti ci hanno lasciato inequivocabilmente entusiasti per le future intersezioni tra intelligenza artificiale e scrittura sperimentale, ma hanno anche rivelato la propensione dell’IA a controllare sottilmente il discorso umano. Ci siamo costantemente sentiti spinti nel processo a essere gentili, ad avere senso, ad adattarci a una norma insipida del discorso umano”.
Le osservazioni di EBR confermerebbero quelle di un recente studio apparso su Science Advances (Anil R. Doshi, Oliver P. Hauser, – october, 2024) di cui riporto di seguito le conclusioni: “La conclusione è che l’accesso all’IA generativa ha il potenziale per ‘professionalizzare’ le storie, rimuovendo qualsiasi svantaggio o vantaggio basato sulla creatività intrinseca degli scrittori.”
Scrive Dan Holloway: “L’essenza della creatività non è la varietà all’interno di parametri ristretti, ma la fuga da quei parametri”.
Siamo all’inizio di un viaggio e per ora la creatività rimane ben salda nelle mani degli umani. Resta da chiedersi in che misura l’interazione tra i sistemi di IA e i sapiens modificherà la creatività umana. Rispondere a questa domanda però esula del tutto dalle mie conoscenze e competenze (informatica) per approdare invece nel campo della psicologia, pedagogia, sociologia, neuroscienze e forse molto altro ancora.
Fonti: Agendadigitale – The Paper Lab – StoriaContinua – WikipediaConcludevo