Da anni faccio presente a tutti, amici, parenti e conoscenti che i servers e tutta l’infrastruttura che sostiene internet costano, costano tantissimo in termini di consumi energetici, che dovremmo imparare ad usare meglio la straordinaria tecnologia a nostra disposizione.
Da anni il mio richiamo cade nel vuoto, una voce nel deserto.
Il vero problema è che manca la formazione: non solo all’uso del digitale, necessaria a colmare il digital divide, lasciando sole schiere di persone alle prese con le registrazioni ai siti istituzionali e non solo, spesso necessarie; ma anche al peso, sia come spazio di memoria occupata da byte, kb, gigabyte, terabyte, zettabyte etc, che al peso dei consumi energetici.
Da qualche tempo in qua, in particolare dall’ingresso del covid19 nelle nostre vite, anche i media dedicano qualche attenzione al problema. Noto infatti con piacere che sull’Espresso in edicola ieri, si scrive:
“ll futuro? Deve essere digitale ma anche ecologista, sottolinea il fisico Roberto Cingolani: perché anche lo smartworking, le riunioni da remoto e i milioni di foto che postiamo contribuiscono a inquinare il pianeta.”
Eureka!
“Il vero problema è che manca la formazione” concordo assolutamente con questa affermazione. Aggiungo che in questo campo, inoltre, la confusione semantica fa “formazione”, “circolazione di singole informazioni” e “conoscenza” diventa emblematica, lasciando spazio ampio a processi riduzionisti, che confondono le nozioni con la conoscenza, aumentando notevolmente il divario fra chi ha conoscenza e consapevolezza e chi no. Grazie per le riflessioni.
grazie per aver lasciato qui il tuo commento, invece che su FB, la situazione è esattamente quella che hai descritto!
Il tema della formazione è in agenda. La cittadinanza digitale è un diritto dei cittadini, di tutti i cittadini. Purtroppo colmare una distanza così grande in un mondo che evolve a una velocità impressionante non è facile. Ma ci stiamo provando. https://innovazione.gov.it/progetti/repubblica-digitale/
grazie per il link, me lo vado a guardare