Ieri sera Rai Quattro ha trasmesso il film di Rupert Wyatt, genere definito fantascienza- thriller, dove il genere è solo l’ambiente per veicolare un chiaro e diverso messaggio, spostando il punto di vista, su fatti storici e aimè anche contemporanei, come anche Elysium fece; anch’esso definito fantascienza, ma che ci rimanda alle migrazioni e alle povertà, e se in Elysium tutti parteggiamo per i poveri e gli emarginati, ciò non accade nella realtà e le rotte mediterranea e balcanica sono qui a dimostrarcelo.
Captive State utilizza la stessa strategia fantascientifica , ma l’oggetto non sono le povertà e le migrazioni, qui l’oggetto è, se possibile, ancora più forte ed estremo e ci costringe ad interrogarci e a riflettere. Non aggiungo altro per non correre il rischio di anticipare e ‘spoilerare’, un suggerimento però me lo concedo , non leggere ne recensioni ne commenti prima del film, che sono molto più interessanti da leggere dopo il film. Personalmente ho trovato perfettamente centrata quella di Federico Gironi – Coming soon. Buona visione.